In meccanica quantistica lo spazio delle fasi è lo spazio dei numeri quantici del sistema
Quando il sistema passa da uno stato ad uno stato
il punto
si sposta:
L'evoluzione del sistema è descritta da una traiettoria nello spazio delle fasi.
Se sono fissate delle condizioni macroscopiche (es. E,V=fissi) il sistema percorre solo una ``superficie'' dello spazio delle fasi
insieme di tutti i microstati compatibili con un dato stato macroscopico.
La media di una grandezza osservabile è la media statistica (o
di ensemble) dei valori di
corrispondenti a un certo microstato
:
In pratica, se siamo in grado di stimare una funzione di distribuzione
e di calcolare il corrispondente
, possiamo calcolare
.
Il punto di partenza per un'interpretazione microscopica della termodinamica
è un principio fondamentale che riguarda la distribuzione dei microstati.
Per illustrarlo, partiamo dal sistema concettualmente più semplice:
un sistema di cui sono noti e determinati l'energia totale e
le ``dimensioni'', queste ultime tipicamente specificate come
numero di particelle
e volume totale
.
Nella termodinamica si studiano le relazioni tra queste poche grandezze
che caratterizzano il sistema. Il sistema è un punto nello spazio
1:
Le relazioni si studiano con l'introduzione di una funzione dipendente
da , che svolge il ruolo di ``potenziale'', cioè indica
la direzione delle trasformazioni spontanee. Questa funzione è l'entropia:
Nella visione microscopica, ad ogni punto corrisponde un
insieme statistico, che si chiama insieme microcanonico.
L'assunzione da cui si parte è il seguente principio di equiprobabilità a priori:
In un sistema isolato con una data energia totale e un
dato volume
e numero di particelle
, all'equilibrio, tutti
i microstati sono ugualmente probabili.
Quest'ipotesi è puramente ragionevole; non c'è nessun motivo di pensare il contrario2. Notiamo che una semplice assunzione di questo tipo non vale se:
Il principio di equiprobabilità a priori si può quindi scrivere in
termini della funzione di distribuzione :
Notiamo che è a rigore un numero, però possiamo trattarla
come una funzione continua delle sue variabili, analogamente
a quanto si fa per la distribuzione spaziale del numero di particelle
di un sistema3.
In questo caso possiamo definire l'entropia come
Esempio: quattro particelle ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]()
![]()
Gli stati totali sono la combinazione di ciascun microstato del sistema
![]() |
Nell'esempio appena citato, se imponiamo che due particelle siano
in un livello e due nell'altro, si ha solo un microstato:
![]() e ![]() |
Consideriamo adesso un sistema, non più isolato, ma che può scambiare
energia con l'ambiente esterno, in particolare con un bagno termico
che ne mantiene la temperatura al valore .
Un tale sistema è rappresentato, in termodinamica, da un punto nello
spazio . Ad ogni punto di questo spazio corrisponde un insieme
statistico che in questo caso si chiama insieme canonico.
Da un punto di vista microscopico la situazione appare più complessa
che nel caso precedente. I microstati compatibili con le condizioni
date sono tutti quelli corrispondenti ad una certa energia totale
(come nel microcanonico), ma anche tutti quelli corrispondenti
ad
etc. Mi posso domandare qual è il peso relativo delle
varie classi di stati (
).
Per rispondere facciamo riferimento a quello che sappiamo sull'insieme
microcanonico. Dobbiamo però aggiungere l'ipotesi che la coppia
sia isolata, cioè che
sia fisso (
= energia
del bagno termico). Posso sempre soddisfare quest'ipotesi, scegliendo
il bagno opportunamente.
La coppia
è un sistema
a cui corrisponde
un insieme microcanonico:
Sappiamo che gli stati di questo ``super-sistema'' sono equiprobabili.
Ma la domanda che ci siamo posti è: qual è la probabilità di osservare
uno qualsiasi tra i microstati in cui l'energia del sistema
osservato è ?
Chiaramente
Ora il passaggio chiave è il seguente: questo numero è uguale al numero
degli stati in cui il bagno ha energia :
È un problema combinatorio: se noi consideriamo tutti i possibili
modi di disporre oggetti in un certo spazio, il numero di modi
in cui
di questi oggetti si trovano in una determinata regione
è uguale al numero di modi in cui
si trovano nel resto dello
spazio.
Ora facciamo due ulteriori assunzioni che derivano dalle grandi dimensioni del bagno:
Quindi in questo limite
Normalizzando le probabilità
Questa derivazione della funzione di distribuzione canonica è può apparire un po' astratta e artificiosa. Quali sono i suoi limiti?
La validità di questa trattazione dipende dall'esistenza e dal significato
delle grandezze che usiamo, cioè essenzialmente di
Se questa fosse una funzione indefinibile, immisurabile, discontinua
o mostruosamente oscillante, l'equazione precedente sarebbe formalmente
corretta ma poco utile; il fatto che
sia
una grandezza fisica ben definita le dà invece un significato.
È lecito quindi aspettarsi che una trattazione simile si possa applicare
a tutti i problemi riconducibili allo stesso modello: un sistema in
equilibrio con una ``riserva'', il tutto isolato, e tale che si
può definire una funzione , ovvero una funzione
a logaritmo derivabile.
Prendiamo una scacchiera di caselle e disponiamoci a
caso, con l'aiuto di due dadi,
pedine. Un risultato può essere
quello della figura
:
Da un punto di vista statistico possiamo descrivere la situazione contando le caselle che contengono 1 pedina, quelle che ne contengono 2, etc., e rappresentiamo il risultato in un istogramma (figura cap:Selinger-A8.2). Come si vede, non tutte le caselle contengono 3 pedine (la media), anzi ci sono più caselle con 1,2, o 4 pedine.
Ora muoviamo a caso le pedine tra le caselle. Per fare questo tiriamo
i dadi due volte per ogni mossa: il primo tiro indica la casella da
cui levare una pedina (se la casella è vuota, si ritira); il secondo
tiro, dove metterla. Ripetiamo la cosa molte volte per simulare un
rimescolamento efficiente. Notiamo che si conserva. Dopo 1000
mosse, ad esempio, la situazione è quella della figura cap:Selinger-A8.3.
Vediamo che la distribuzione si è modificata (ora ci sono anche molte
caselle vuote).
Se andiamo avanti con rimescolamenti di 1000 mosse otterremo istogrammi (distribuzioni) diversi. Se volessimo fare una statistica potremmo fare una media sui vari istogrammi che otteniamo. Come vi aspettate che sia l'istogramma mediato su 500 rimescolamenti?
La risposta è riportata nell'ultima figura (cap:Selinger-A8.4). Vediamo che in media ci sono molte caselle vuote, un po' meno caselle con 1 pedina, ancora meno con 2, e sempre a scendere fino a medie molto basse per numeri di occupazione alti, tipo 13 o maggiore.
Non stupirà scoprire che la frequenza relativa di caselle con
pedine è circa
Ed infatti questo semplice esempio può essere trattato in modo perfettamente analogo a come abbiamo affrontato gli insiemi statistici, se al numero di pedine facciamo corrispondere l'energia.
Ogni casella rappresenta una copia del sistema nell'insieme canonico. Il resto delle caselle svolge il ruolo del bagno termico. La scacchiera, come il ``super-sistema'' microcanonico in cui è immerso un sistema canonico, è isolata e, assumendo che tutte le configurazioni sono ugualmente accessibili, all'equilibrio.
La quantità può essere sia calcolata analiticamente6 che misurata con una semplice simulazione, e rappresenta a tutti
gli effetti la ``temperatura reciproca'' del sistema.
Nell'insieme microcanonico abbiamo stabilito un collegamento tra la
grandezza statistica rilevante () e una quantità termodinamica,
Proviamo ad esempio a calcolare l'energia interna del sistema. Nell'insieme canonico questa è data dalla media dell'energia
Con la definizione di sopra riportata si ha: