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Anche se non è necessariamente gratuito, il software libero si può
copiare legalmente, e quindi di fatto è meno remunerativo per gli
autori.
A questo propostito esiste un dibattito tra due visioni diverse:
- alcuni pensano: siccome gli autori non possono guadagnare in proporzione
a tutti quelli che lo usano, il software libero è di bassa qualità
- secondo altri: se gli strumenti intellettuali sono distribuiti liberamente
(es. ricerca scientifica, definizioni di standard, etc. ) il loro
sviluppo è più rapido ed efficiente; a differenza della proprietà
materiale, la ``proprietà intellettuale'' può essere remunerativa
anche se non è esclusiva (cfr. ad esempio [Boldrin and Levine(2002),Bessen(2003)]).
La differenza può essere vista così: i primi considerano il software
un prodotto finale, mentre i secondi lo considerano uno strumento.
È comunque un dato di fatto che:
- i prodotti di maggior successo negli ultimi anni (TCP/IP, WWW, GNU/Linux)
sono privi di copyright
- la rinuncia alla segretezza dei codici sorgente è una strategia sempre
più adottata per lo sviluppo del software (Mozilla, OpenOffice.Org)
Notare inoltre che in Italia anche la pubblica amministrazione raccomanda
l'uso dell'Open Source e dei formati aperti [Ministero dell'Innovazione(2002)]
Secondo alcuni sostenitori [Schoolforge-UK(2006)], l'uso del s/w libero
nelle scuole consente:
- risparmio sui costi totali
- eliminare dipendenza da un unico fornitore di sw
- maggiore funzione didattica
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Giorgio F. Signorini
2011-11-14